La vita dà, anche quando toglie.

A Edmonton, in Canada, nasce Michael Andrew Fox.
Già durante le superiori è forte la passione per la recitazione.
Di lì a poco si trasferisce a Los Angeles: studia tantissimo e colleziona una serie di apparizioni e piccole parti.
Fino a quando, con Casa Keaton, ottiene un successo mondiale.
Anche se l’immortalità se la guadagna con la serie culto Ritorno al Futuro, nei panni di Marty McFly.
Siamo nel 1985 e Michael ha soli 24 anni.
Sta vivendo una vita da sogno, quella che in tanti vorrebbero.
MA UN GIORNO…
Le sue dita tremano in un modo che non riesce a controllare.
No Michael, non è lo stress.
Hai il Parkinson.Medico di Michael J Fox
Sono un ragazzo gentile, ma in quel momento avrei ucciso il medico.
Michael J Fox
Arriva tardi a conferenze stampa, non si presenta sul set, si fa letteralmente odiare da colleghi e addetti ai lavori.
Nonostante questo continua a recitare e a ottenere successi e premi.
LA DECISIONE DI RACCONTARSI.
Nel 1998 dichiara tutto alla rivista People.
Per il mondo è uno Shock: “Queste cose non possono succedere a persone come lui!”
Ma per lui è una liberazione e nel 2000 arriva a dire:
Il Parkinson mi ha salvato la vita.
Prima vivevo a 100 all’ora e bevevo. Ora, grazie alla malattia, vivo ogni giorno come un dono, soprattutto mi godo la cosa più importante della vita: La Famiglia.
Michael J Fox
Accettare la malattia.
Accettare che c’era una parte che non avrebbe controllato.
Accettare che in “gli altri”, quelli a cui capitano le cose rare, stavolta ci fosse anche lui.
VIVERE UNA VITA FELICE.
Michael oggi ha dato un senso al Parkinson.
Lo vede come un compagno di viaggio.
Un compagno che non si è (e non avrebbe mai) scelto, ma non per questo ha deciso di interrompere il viaggio.
E anzi, oggi è grato per tutto ciò che è riuscito e riesce a fare grazie a quello scomodissimo compagno.
Il nostro obiettivo non è non farli capitare, ma vivere una vita felice.
E per farlo ci sono solo due cose da fare:
- Fare ciò che ci rende felici.
- Fare tutto il resto con felicità.
ho vissuto come terapista tanti momenti di sconforto di fianco a giovani 20enni reduci da ictus, madri che a 40 anni devono affrontare una sclerosi multipla…. Poi molti di loro passo dopo passo comprendono che la patologia è un’ “opportunità”… e inizia il vero cambiamento … poi ho incontrato genitori che devono affrontare la patologia dei propri bambini ed a tutti loro che dico GRAZIE, loro sono stati quelli che mi hanno fatto AMARE INCONDIZIONATAMENTE LA VITA, ed è grazie a loro che nei momenti più duri, continuavo a pensare se ce l’hanno fatta loro io ho il dovere di farcela, la vita è una grande opportunità e solo amandola SI NASCE DAVVERO.
Grazie Leonilde.
Grazie di cuore per la tua personale condivisione e testimonianza.