Una vita intensa e spericolata. Una storia che ha qualcosa da insegnarci.
Qualche giorno fa, all’età di 96 anni, se n’è andata una leggenda della box: Jake LaMotta, più volte campione del mondo dei pesi medi.
Jake ha vissuto una vita piena di eccessi, sregolata, che lo ha portato anche in carcere.
Aveva un caratteraccio, ha sempre fatto parlare di sé dentro e fuori dal ring, ma la sua storia, come tutte le storie, ha qualcosa da insegnarci.
DAL BRONX AL RING.
LaMotta è nato nel Bronx di New York, figlio di un italoamericano.
Da giovanissimo combatteva sui marciapiedi intorno a casa, contro i bulli del quartiere, per racimolare qualche dollaro.
Pochi spiccioli necessari alla sua famiglia per pagare l’affitto.
A 19 anni era già un pugile professionista.
Il resto, è storia.
Jake, detto Toro Scatenato, in combattimento non si distingueva per la sua potenza, la sua tecnica o velocità, ma per il suo coraggio.
Alto poco più di un metro e settanta, sul ring mostrava agli avversari di avere una determinazione straordinaria, che non dava tregua.
Una grinta fuori dal comune che ha dovuto dimostrare al mondo intero, da sempre, per conquistare con fatica il suo riscatto sociale.
GLI INGREDIENTI DEL SUO SUCCESSO.
Jake LaMotta ha vissuto una vita per certi versi sregolata e in alcuni casi ha infranto indiscutibilmente la legge.
Ha commesso gravi errori. Per alcuni ha pagato, per altri forse no.
Quello che noi vogliamo fare, in questo caso, è focalizzare l’attenzione solo su ciò che di buono può insegnarci la sua storia.
Coraggio, determinazione, voglia di rivincita e di vittoria: ecco alcuni dei più importanti ingredienti che hanno portato Jake LaMotta al successo.
Questi stessi elementi sono quelli che ciascuno di noi deve ricercare dentro di sé e allenare quotidianamente per affrontare, con il miglior atteggiamento mentale possibile, ogni giorno della propria vita.